Il percorso psicologico: perché, come e quando

Quando arriva il fatidico momento in cui c’è il “punto di svolta” e decido di iniziare a mettermi al primo posto per reindirizzare il riflettore su di me?

Solitamente quando si vive una crisi o quando arrivano sintomi psicologici che sono la spia che qualcosa non stia funzionando come dovrebbe.

La sofferenza è il “leitmotiv” delle giornate, una sofferenza strisciante, paralizzante. A volte è l’inquietudine, una strana sensazione di nervosismo che non si riesce a gestire e che interferisce sulla vita quotidiana, ad esempio disturbando il sonno.

Ci sentiamo abitati da un’insoddisfazione, un “volere di più” e non sapere come fare.

Allora, improvvisamente, urge un bisogno di aiuto, una necessità di condivisione, accettazione, il poter essere libero/a di parlare e di esprimere magari anche un segreto inconfessabile che tormenta.

Cos’è una relazione di cura?

È una vera e propria ristrutturazione del modo di vedere le cose. Nuove prospettive più funzionali. Un risolvere le difficoltà riportando equilibrio e possibilità. Sentirsi ascoltati, accolti, accettati, capiti in un contesto protetto e scevro da ogni giudizio o pregiudizio. Finalmente riusciamo a dare voce ai nostri bisogni.

A volte la “sedia scotta”, tutto sembra molto difficile e complicato quasi come l’attraversare una tempesta senza salvagente e allora sgorgano lacrime inaspettate. Lacrime che erano sedimentate nella parte più intima e preziosa di noi.

Le verità scomode risalgono alla luce e destabilizzano. Ma una volta che sei dentro a questa tempesta non ti arrendi e nasce a poco a poco dentro di te il desiderio di ritornare al porto ma in una nuova veste.

In questo viaggio si avranno battute d’arresto, a volte si avrà la sensazione di tornare indietro ma tutto ciò è solo un assestamento emozionale.

Un percorso psicologico di cura ed empowerment non è e non può essere lineare. L’alleanza terapeutica è quel patto di fiducia e di coraggio nel sostenere l’Altro ad affrontare le proprie sofferenze e i propri limiti mettendosi letteralmente “in gioco”.

Nei miei incontri in studio la sento quella magia, è la magia della comprensione, dell’intuizione, dell’empatia ma soprattutto del percepire ciò che è nascosto e celato dal timore o dal senso di vergogna.

In questo delicato processo si potrà andare incontro alla sensazione di non riuscire, vivendo momenti di profondo dolore accompagnati anche da nuovi sintomi psichici ma, se si continua a investire sulla “presa in cura di Sé”, si inizieranno a integrare nuovi strumenti da riporre in valigia.

Questi strumenti ripuliranno una vecchia identità basata su ferite emotive antiche, permettendo di acquisire nuova stima in se stessi e puntando, passo dopo passo, a quella preziosa meta che si chiama “rinascita”.

Sì, è giunto il momento di iniziare ad amarti.

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